Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Marani Diego
Titolo: Il compagno di scuola
Editore: Bompiani 2005
Talvolta è un po' noioso e ripetitivo, questo breve romanzo di formazione che Diego Marani costruisce fingendo di aver ritrovato per caso l'indirizzo di un compagno di scuola mai più incontrato dopo la maturità classica, presa a Ferrara nel 1978, quando a causa del rapimento di Moro sembrava che anche l'esame di maturità subisse dei rinvii. Ma alcune pagine sono davvero intriganti e molto dure, soprattutto quando l'autore ricostruisce l'atmosfera di una scuola in cui professori vecchi, patetici, sadici, facevano lezione a ragazzi demotivati, presi da un'atmosfera terribile, quella degli anni di piombo, di cui forse poco capivano, ma che li costringeva ad una mobilitazione alla quale forse neppure credevano. Questa meglio gioventù della bassa padana, raccontata da Marani, tra serate sfigate, ragazze mai conquistate, compiti copiati, descrive uno scenario di ragazzi sconfitti, mai felici, in cui la scuola agisce da elemento depressivo, da luogo da cui fuggire per non si sa dove. La Ferrara dei Finzi Contini, così letteraria, così drammatica, è lontana. Il ragazzo protagonista è circondato da mezze figure, compagni, paesani, insegnanti, e solo il nonno contadino, padrone di un orto rigoglioso, sembra ridargli un senso di appartenenza, una ragione per crescere.
Scritto benissimo, il romanzo è di un'amarezza sconfinata.

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